La Settimana Santa a Bortigali

Il susseguirsi delle cerimonie della Settimana Santa è in parte quello di tanti altri paesi della Sardegna, ed anche a Bortigali la presenza viva e partecipe delle Confraternite (Cunfrarias) dà a questo periodo i connotati di autenticità e di continuità nella tradizione. Ciò che colpisce maggiormente, infatti, oltre alla suggestione di cerimonie quali 'S'Iscravamentu' o 'S'Incontru', sono quei momenti, meno appariscenti perché avvengono quasi in privato, in cui si svolgono gli atti preparatori e quelli "secondari", molto sentiti, e che si tramandano più o meno allo stesso modo fin da quando, nel periodo spagnolo, sono iniziati in Sardegna i riti della Settimana Santa. 

Qualche settimana precedente la Domenica delle Palme, i confratelli dell'Oratorio di turno effettuano la raccolta delle stesse, che vengono depositate in un luogo buio al fine di conservarle fresche e poi lavorate da mani esperte per essere distribuite ai fedeli. Nello stesso periodo si preparano dei "medaglioni" di cera del colore della relativa Confraternita, con le figure del cuore, della croce, ecc. Gli stampi, molto antichi, usati per la preparazione dei medaglioni, sono di ardesia. Nel frattempo, a casa di Priori e Prioresse, si preparano le tilicche, dolci tipici che si distribuiscono il Mercoledì Santo a parenti ed amici.

La Domenica, sempre nell'Oratorio di turno, si procede alla benedizione e alla distribuzione di palme e medaglioni a tutti i fedeli, poi si va in processione alla Parrocchia, dove in pratica, con la Messa solenne, iniziano le cerimonie della Settimana Santa.

Il Giovedì, nel pomeriggio, le Confraternite si recano alla Messa in coena domini con le insegne di gloria, cioè con tutti i simboli rappresentativi: due bastoni sormontati da una croce (sos bàculos o rughittas), un crocifisso ricoperto da un drappo (su Cristos), due lanterne (sos lampiones), i ceri (sas azzas). Durante la messa si fa la lavanda dei piedi, alla quale partecipano quattro confratelli di ogni Oratorio, su invito del Priore. Per la funzione si usano un catino, un asciugamano di lino, una brocca e un ramo di issopo; quest'ultimo viene raccolto dai confratelli nelle campagne circostanti il paese (una leggenda vorrebbe la pianta benedetta ancor prima di essere colta, poiché un Angelo la saluta sette volte al giorno). Il Parroco passa il mazzetto d'issopo sul piede destro del confratello, l'asciuga e lo bacia. Alla fine della funzione il Santissimo è portato in processione al cosiddetto "Sepolcro" (in realtà un altare per l'esposizione dell'ostensorio), preparato la mattina dalla Prioressa della Parrocchia nella cappella del Crocifisso: tra gli altri addobbi spiccano i piatti con su nìnniri (germogli di grano fatti crescere al buio su cotone e acqua) e sas làmpadas (calici riempiti d'olio, con uno stoppino sorretto da una mariposa di sughero). Le campane, legate in segno di lutto, per essere sciolte solo il sabato al canto del Gloria, sono nel frattempo sostituite dalla matràccula.

Il Venerdì, di solito alle 8 del mattino, i confratelli effettuano il rito di Sas Chircas, una intima e suggestiva processione che fa il giro dei tre Oratori. Vanno col fazzoletto in testa in segno di lutto (usanza che si ripete solamente per le cerimonie del Venerdì Santo e in occasione della morte di un confratello o del Parroco). La Confraternita delle Anime porta l'effigie della Maddalena (con la veste marrone) la croce nera e i ceri; quella del Rosario la Madonna Addolorata (con la veste nera), la croce nera e i ceri; quella di Santa Croce il cosiddetto Ziomo (traduzione di Ecce Homo; in realtà un Cristo con la croce sulle spalle), la croce nera e i ceri. Partono dal Sepolcro e vanno, recitando di solito il Miserere, prima alla chiesa di Santa Croce, poi al Rosario, infine a S. Palmerio. Sas Chircas si concludono nella Chiesa Parrocchiale.

In mattinata la Confraternita di S. Croce si prepara per S'Incravamentu, sistemando al centro del presbiterio, in Parrocchia, la croce grande e le scale. Questa funzione inizia, di solito, alle 16.00: le confraternite degli Oratori delle Anime e del Rosario si recano in Parrocchia portando due ceri, vestite a lutto. La Confraternita di S. Croce porta il crocifisso (sorretto da tre confratelli, in posizione orizzontale e coperto con un manto viola), la croce nera e sas azzas. Durante la funzione il Parroco scopre il crocifisso e i confratelli procedono a sa laudadura, che consiste nel baciare la croce e la "reliquia della vera croce". Dopodiché la croce con Gesù crocifisso viene posizionata sulla croce grande preparata la mattina.

All'imbrunire inizia la cerimonia di S'Iscravamentu. Arrivano per primi i confratelli delle Anime (recitando il Miserere, che viene anche cantato dal cuncordu sia all'uscita dall'Oratorio, che in chiesa prima della celebrazione; questo si ripete per ogni Confraternita), vestiti a lutto, con l'effigie della Maddalena e con i ceri. Arriva poi la Confraternita del Rosario, con l'effigie della Madonna Addolorata e due bambini vestiti da angioletti. Per ultima la Confraternita di S. Croce (che si sistema sull'altare in quanto svolge in prima persona il rito della deposizione), con la lettiga (sa lettèra) e due confratelli vestiti da giudei che impersonano Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo (si dice che un tempo fossero i nobili ad avere l'onore di deporre Gesù dalla croce). Durante S'Iscravamentu gli angioletti sono fatti sedere su un tavolo ai piedi della croce; dopo che i confratelli (in uno dei momenti di maggior suggestione, che prevede tre colpi di martello sulla croce nel silenzio totale della chiesa) estraggono ciascun chiodo, lo baciano e lo mostrano ai fedeli, poi un angioletto viene sollevato per fare in modo che il chiodo possa essere depositato nel piatto (s'affuente) che tiene in mano; i chiodi si portano ai piedi dell'Addolorata, mentre la corona di spine viene posata sul suo capo. Dopo la deposizione, Gesù è mostrato ai fedeli e messo nella lettiga, ornata da piccole luci e da fresie bianche, mentre un cuncordu intona lo Stabat Mater. All'uscita dalla chiesa per la fiaccolata si canta invece S'Ottava Trista.

Nelle strade dove passa la processione (accompagnata anche dallo strepito di matracculas e ranas portate dai chierichetti), porte e finestre sono addobbate con tappeti, coperte, fiori e lumicini. Si effettuano delle soste di preghiera negli angoli caratteristici del centro storico (i tre simulacri vengono poggiati su altarini improvvisati), durante le quali sos cuncordos intonano i tre canti. La processione si conclude nella chiesa di Santa Croce, dove tutti i fedeli possono laudare il Cristo.

La Confraternita delle Anime è incaricata di preparare l'occorrente per la funzione del Sabato Santo, con un procedimento forse unico in Sardegna: anzitutto a suo tempo prepara s'iscaccu (l'innesco per l'accensione del fuoco), con la carbonella della ferula; il fuoco viene acceso, davanti al portone della Parrocchia, con la pietra focaia, un pezzo di acciaio e il carbone suddetto (è chiamato perciò su fogu virgine, il fuoco vergine). La funzione inizia, di solito alle 20.30, partendo dalla sagrestia. Si esce dalla chiesa al buio completo e, all'ingresso, il Parroco benedice il fuoco, mentre un confratello delle Anime riempie il turibolo di brace e accende dal fuoco una candela, che viene a sua volta utilizzata per accendere il cero pasquale; dopodiché si rientra in Parrocchia, dove i preti, le Prioresse e i confratelli accendono le proprie candele dal cero pasquale; si accendono per ultime le candele dei fedeli. Si incensa il cero, poi inizia la funzione religiosa e al Gloria si suonano le campane. Infine c'è la benedizione dell'acqua santa, che è poi rimessa nelle acquasantiere (svuotate dal Giovedì Santo).

La domenica di Pasqua è il giorno della processione de S'Incontru. Le Confraternite delle Anime (con la Maddalena, vestita "di gloria" con l'abito rosso e coperta dal velo nero) e del Rosario (che porta la statua della Madonna - alla quale è stata nel frattempo sistemata una nuova testa con l'espressione gioiosa - vestita di celeste, col velo nero e accompagnata dagli angioletti) si recano nel piazzale della Parrocchia, con le loro insegne; il Parroco si unisce in processione e insieme vanno verso il punto dove avverrà l'incontro con la Confraternita di S. Croce (che reca la statua del Cristo Risorto). Si arriva all'incrocio del Corso con la Via Mazzini, dove avviene S'Incontru: vengono tolti i veli alle statue e si benedicono e incensano la croce, le statue stesse e tutti i fedeli presenti. Si torna quindi in chiesa per la messa solenne (un tempo la predica era tenuta da un "predicatore" esterno). Dopo la messa, Priori e Prioresse ricevono, attualmente nel proprio Oratorio, amici e parenti per su cumbidu (a base di dolci e bevande), degna conclusione in gloria di tutte le celebrazioni.

Dal venerdì i confratelli hanno la testa coperta in segno di lutto. E dal giovedì smettono di suonare le campane fino al sabato e nel mentre si suonano le "matracule". Per quanto riguarda i dolci, in questo periodo si fanno le formaggelle di ricotta o di formaggio e poi le classiche tiliche di Saba di miele o di mandorle.

Antonio Idili

(Informazioni tratte da Wikipedia e verificate sul posto)

S'Istaccu (foto di Salvatore Colleo)
S'Istaccu (foto di Salvatore Colleo)
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