La Settimana Santa a Norbello

"È un lavoro di abilità e pazienza, di perizia e concentrazione, di calcolo persino. Poco compatibile con i ritmi serrati della vita moderna. Forse uno dei motivi che stanno decretando l'estinzione dei Mastros de Prammas. Uno degli ultimi depositari dell'arte dell'intreccio rimasti in zona è Livio Pinna, artefice di piccoli capolavori. L'uomo si destreggia con una disinvoltura e una sicurezza tali che agli occhi di chi guarda fanno sembrare semplice una pratica che invece richiede estrema accuratezza e una rodata manualità. Sotto il suo sguardo attento e l'incessante movimento delle dita prendono forma dei camei: «Ormai siamo rimasti in pochi a portare avanti questa tradizione» commenta con un pizzico di rammarico Livio Pinna, che può definirsi il fornitore ufficiale della parrocchia, delle confraternite e dei consigli religiosi di Norbello. È lui, infatti, che si preoccupa di preparare i simboli usati nella celebrazione dei riti pasquali. «È un impegno che richiede molto tempo e fatica, ma lo faccio con gusto e con passione, sia per un atto di fede, sia perché sono convinto che tradizioni come questa siano un patrimonio da salvare». Il tempo quaresimale coincide con il periodo di lavoro più intenso per l'artigiano prestato al mondo della scuola. Alla vigilia della Settimana Santa, infatti, l'uomo arriva a realizzare anche duecento palme. «Ma c'è stato un tempo in cui, quand'era consuetudine distribuire le palme all'intera comunità di fedeli - racconta Pinna andando a ritroso con la memoria di oltre 30 anni - io e l'allora parroco don Peppino Sechi arrivavamo a farne anche 1600». Il compito del maistru 'e prammas, però, comincia ben prima del preludio pasquale. La realizzazione del prodotto finito è preceduta da un'intensa attività di raccolta e cernita della materia prima, reperita nei campi del Sinis e del Campidano. Nei mesi estivi le foglie vengono fasciate e depositate in luoghi bui fino al momento della lavorazione. A circa cinque settimane dalle rievocazioni dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme comincia il meticoloso lavoro d'intreccio, che richiede fino a diciotto ore per una palma di due metri, come quella donata ogni anno alla Curia di Oristano. L'ampia gamma delle creazioni "firmate" dal signor Pinna annovera motivi a lisca di pesce e modelli più elaborati, impreziositi da boccioli di giglio, rosette, noci, scalette di topo, croci. Una di queste palme potrebbe trovare posto in Vaticano: «Erano anni che ci pensavo - confessa Livio Pinna - e forse questa volta avrò l'occasione, tramite la Curia di Oristano, di omaggiare il nuovo pontefice». Il periodo della Quaresima è vissuto in tutto il mondo cattolico con grande gioia e aspettativa e ogni cittadina Italiana possiede i propri riti per celebrare il ricordo della Passione di Cristo e la sua successiva Resurrezione. Nella provincia di Oristano, la Pasqua è vissuta dalla popolazione e dai turisti, che hanno la fortuna di trovarsi da quelle parti, attraverso manifestazioni di enorme intensità e riti antichissimi. Il visitatore verrà inevitabilmente conquistato dalle alternanze di luci e ombre nelle processioni fra le vie dei paesi, dai particolari degli abiti, dalle musiche e dai canti liturgici tradizionali che accompagnano i riti sacri, accompagnati a loro volta dal suono di strumenti musicali unici nel genere. Sa Chida Santa (la Settimana Santa), ha inizio con sas Prammas ovvero la processione della Domenica delle Palme. Successivamente viene ripercorsa la Passione mentre il Venerdì prima di Pasqua si trasforma nel dì del Cristo morto. In alcuni centri il valore di questi particolari giorni, raggiunge l'apice in momenti come la processione de "i Misteri" o s'Iscravamentu, l'atto in cui vengono tolti dal corpo del Santo i chiodi che uniscono il suo corpo alla croce, per essere in seguito trasferito su di una lettiga e portato in processione."

da "La Nuova Sardegna", sez. interviste

Andrea Pisu - Eleonora Atzeni

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